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Scoprendo

Da Aquileia a Grado lungo il fiume Natissa

16 Maggio 2024
Da Aquileia a Grado lungo il fiume Natissa

Con un battello dell’APT Gorizia

Quando ho scoperto che è stata attivata una linea marittima che collega Aquileia a Grado, ho organizzato subito una gita.
E così, giovedì mattina, una volta giunta ad Aquileia, dopo aver costeggiato il porto fluviale, sfiorato il foro romano, salutato il campanile, oltrepassato il museo archeologico e fatto un salto al mercato, sono arrivata al fiume Natissa dove il battello era in attesa.
Siccome la laguna ha i suoi ritmi e le sue maree, la partenza è slittata di un’ora: fino a quando, cioè, l’acqua si è alzata e ha permesso la navigazione.
Il tempo della gita consente di prendere quell’ora come una piacevole ora in più al sole.

La campagna
La campagna

Una volta partiti, siamo scivolati lentamente lungo il fiume Natissa.
Quanto è bello questo nome: pronuncialo ad alta voce, come un richiamo. A me sembra di vedere una donna uscire dalle sue acque, con i capelli scompigliati dal vento e un peplo bianco asciutto.
Ai nostri lati, la campagna ancora verde di Aquileia si allarga verso la pianura e raggiunge le colline e le Prealpi, ancora innevate.

L’aria è pungente, il vento suona fra i canneti e gli uccelli ci evitano nella loro quotidianità: cigni, cormorani, anatre, aironi e folaghe ci ignorano mentre noi li ammiriamo nel loro habitat.
Sempre presente (anche se diventa più piccolo man mano che ci allontaniamo) il campanile ci ricorda che lì, proprio lì, c’è la basilica.

Il campanile di Aquileia
Il campanile di Aquileia

Lentamente ci immettiamo nella laguna.
Il vento aumenta. Lo sguardo si apre: alle nostre spalle le montagne, davanti a noi il mare. Da lì è l’Adriatico.
Il fondale è basso, si vede. Le briccole delimitano la rotta.
A destra e a sinistra piccole isole con i loro casoni, la loro vegetazione, il loro ordine. Piccoli mondi indipendenti, isolati, autonomi. Pare che proprio lì, gli aquileiesi si siano salvati da Attila, quando nel sesto secolo gli Unni distrussero la loro città secolare.

Con lo sguardo, seguo la costa: da una parte Marano Lagunare e Lignano Sabbiadoro, dall’altra (verso oriente) la strada sul mare, Belvedere e il santuario di Barbana.
Sull’acqua non c’è tanto traffico: incontriamo alcune barche “posteggiate” in relax e un paio di pescatori. Li saluto tutti, sbracciandomi come se non li vedessi da tanto tempo.
Grado diventa lentamente più definita, più vicina. Un altro campanile ci indica la via. Un’altra basilica.

Il santuario di Barbana
Il santuario di Barbana

Seguiamo le indicazioni: da una parte si va verso Trieste e Barbana, dall’altra verso Lignano e Venezia. La prudenza non è mai abbastanza.

Quando arriviamo, dopo un’ora di navigazione, ci attende il sole.

Indicazioni sulle briccole
Indicazioni sulle briccole

Il rientro

Il rientro, si sa, ha sempre un sapore diverso. Ma la bellezza e il silenzio della laguna avvicinano pensieri lenti e delicati.
Ora è Grado ad allontanarsi, mentre Aquileia ci attira a sé.
Il sole è dall’altra parte del cielo, e la luce è più bassa.
Il vento, invece, arriva sempre da est.

«Dove? Kje? Uer? Dulà? Dove xe?»

Da Aquileia a Grado lungo il fiume Natissa: la partenza è in via Dante 17 (tre volte al dì) e si arriva al Molo Torpediniere (da cui si riparte per altre tre volte), ogni giorno (escluso il lunedì) fino a domenica 1° settembre.
Il servizio è gestito dall’APT Gorizia, sul loro sito troverai tutte le informazioni necessarie (orari e costi) anche per andare a Trieste e a Lignano partendo da Grado!
Sui battelli è possibile portare la propria bici (che rimane riparata al chiuso!).

  • Reply
    Rosa
    18 Maggio 2024 at 9:42

    grazie Corinna hai interpretato e descritto meravigliosamente lo spirito che sta alla base di questo servizio, non solo una modalità per spostarsi ma una vera esperienza nella spettacolare laguna adatta agli amanti del turismo lento e sostenibile.
    Davvero grazie
    ROSA
    APT GORIZIA

    • Reply
      Corinna Sabbadini
      18 Maggio 2024 at 10:47

      è proprio così, Rosa: è un’esperienza che consente di attraversare la laguna e osservarla “da vicino”.
      la laguna cambia nella forma e nei colori ogni istante: siccome è difficile racchiuderla nelle parole, è meglio catturarla con gli occhi in ogni attimo durante il tragitto.

      grazie per quello che hai scritto.
      Corinna

  • Reply
    robert
    17 Maggio 2024 at 7:35

    che bella descrizione, invoglia l’emulazione 😀

    • Reply
      Corinna Sabbadini
      17 Maggio 2024 at 12:14

      Grazie Robert! Il consiglio è proprio quello di provare l’esperienza 😊

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