Questo errore è visibile solamente agli amministratori WordPress

Errore: Nessun feed trovato.

Vai alla pagina delle impostazioni del feed di Instagram per creare un feed.

Festivalando

Festival delle Lingue

6 Giugno 2023
Festival delle Lingue a Gorizia - 9 e 10 giugno 2023

A Gorizia un festival dedicato all’importanza del plurilinguismo

Succede che Gorizia, 150 anni fa, non conosceva i confini e parlava fra le sue strade lingue che tutti i suoi cittadini comprendevano (come l’italiano, il tedesco, lo sloveno
e il friulano).
Succedono le due Guerre Mondiali, e il tempo diventa lento, ma la moltitudine di idiomi resiste, e i confini ancora non si vedono.
Succede che a Parigi, nel 1947, si traccia una linea su una cartina geografica. Quella linea trancia in due la parola “Goriz-ia”: ciò che è a “Goriz” rimane in Italia, ciò che è oltre “ia” diventa Jugoslavia.
È il confine: Gorizia e i goriziani vengono divisi in due (e pian piano spariscono anche le lingue).

Inizia così il mio articolo per Fuocolento dedicato al museo sul confine “Lasciapassare/Prepusnica” al valico del Rafut a Gorizia.
Fino al primo dopoguerra, a Gorizia si parlavano numerose lingue, e se proprio non si parlavano: si comprendevano, perché facevano parte della vita quotidiana. Oltre a quelle citate, posso aggiungere altre lingue dell’Impero (come l’ungherese e il croato), ma anche l’yiddish e il greco (lingue con cui si commerciava).
Inutile dire che questa era una ricchezza per la città: significava vitalità, mercati, interazioni con altri popoli e quindi altri Stati, apertura, vicinanza, accoglienza, confronto.
Le cose iniziano a cambiare quando si comincia a parlare di “italianizzazione” dei nomi, dei cognomi e dei toponimi.
Inutile dire che è l’inizio di una corsa in discesa verso il baratro.
Nel secondo dopo guerra si perde tutto: non solo la terra e chi rimane al di là del confine, ma anche tutta questa ricchezza linguistica. A Gorizia si parla italiano, si mantiene anche il friulano, ma tutto il resto cade nell’oblio.

Venerdì 9 e sabato 10 giugno

Negli ultimi anni si è cercato di sviluppare nella cittadinanza (soprattutto all’interno degli istituti scolastici) una consapevolezza relativa alla varietà storico-linguistica di quest’area, e una delle ultime novità che Gorizia ci offre è il Festival delle Lingue (promosso dall’Associazione Kulturhaus Görz) che apre i battenti per la prima volta venerdì.
Allora, per me è già una meraviglia un festival dedicato alle lingue, ma la meraviglia aumenta quando scopro che gli eventi non solo scavano nella storia, ma si manifestano in un luogo “simbolico” di Gorizia: Casa Ascoli!
Casa Ascoli è: la casa natale del linguista e glottologo Graziadio Isaia Ascoli, la sede goriziana della Filologica Friulana e dell’Associazione Kulturhaus Görz, e la prima casa fuori dal ghetto di Gorizia. Non c’era luogo più adatto per questo Festival!

Cosa c’è in programma

Io ti suggerisco di non prendere impegni dalle 17.00 di venerdì a tutto sabato: puoi decidere a quale incontro partecipare dando una occhiata al programma, scegliendo fra musica, passeggiate, cibo e vino, ricette, manga, passaporto per le lingue e Gorizia. Ci sono anche appuntamenti dedicati ai bambini (6-10 anni) e ai ragazzi (10-16 anni).

«Dove? Kje? Uer? Dulà?»

Devi andare a Casa Ascoli. Se sai già dov’è, non ti serve l’indirizzo. Se non sai dov’è, non cercare su gugol: dal teatro Verdi, prendi il Corso e cammina sempre dritto per meno di un chilometro; da piazza Vittoria prendi la strada che costeggia la chiesa di Sant’Ignazio, quando arrivi alla Biblioteca Statale Isontina gira a destra e cammina ancora qualche minuto; da Piazzutta sali verso il centro, al secondo semaforo gira a sinistra e cammina per cento metri. Altrimenti: chiedi a un passante «Buongiorno: scusi, sa dirmi dov’è Casa Ascoli? O la sinagoga? Se ha tempo: venga con me, c’è un incontro molto interessante che in qualche modo la riguarda!»

    Lascia un commento