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Leggendo

La locanda ai margini d’Europa

15 Novembre 2023
La locanda ai margini d'Europa, la Lokanda Devetak Enrico Maria Milič - Bottega Errante Edizioni

Milič ci accompagna alla scoperta di una terra,
di una famiglia e di una locanda

Siamo nel Carso. Kras in sloveno, Cjars in friulano, Karst in tedesco. Lo scrivo nella quattro lingue ufficiali del Friuli Venezia Giulia. Perché il Friuli Venezia Giulia è anche questo: un luogo storicamente multilingue.
Carso è un toponimo: sembra derivare dalla radice kar o karra (termini che hanno addirittura una origine paleoindoeuropea: si parlavano, qua, prima dell’arrivo delle lingue indoeuropee!) che significa “roccia, pietra”. Se ti guardi attorno, capisci il perché di questo nome: la roccia calcarea è ovunque.
Siamo a San Michele del Carso, Vrh Sv. Mihaela in sloveno.
Un chilometro e mezzo a nord da qua: il Vipacco si immette nell’Isonzo. Due chilometri a est: il confine con la Slovenia si dispiega. Undici chilometri a sud: il mare Adriatico si distende (e riesci a vederlo, oltre la siepe). Due chilometri e mezzo a ovest: San Martino del Carso giace con la sua storia.
Ora che ti sei guardato bene attorno, puoi entrare. Entra nella Lokanda Devetak, presidio di memoria dal 1870.

Entri fra le pagine

di un libro che parte da lontano. Da lontano nel tempo e nello spazio, e non si sa quanto lontano. Racconta di uomini e di donne in cammino da sempre, che decidono di fermarsi fra queste rocce. In questa Debela griža, la Grossa Petraia. Qui, dove «i fiumi, i torrenti e i laghi scorrevano solo nel sottosuolo, come l’amore tra gli dei», scrive l’autore Enrico Maria Milič. Qui, dove l’amore fra Deva e Devač (per nulla sotterraneo) genera figli, e figli di figli, che scivolano lungo i secoli fino ad arrivare a tempi a noi più vicini, per riportarci, in questa Macondo carsolina, i racconti degli “ultimi” centocinquanta anni della storia della famiglia Devetak.

Quando entri nella Lokanda Devetak

ritrovi tutti i personaggi della famiglia Devetak che animano le pagine di questo libro: li ritrovi nelle trasformazioni degli spazi, nell’evoluzione dei menù e nella determinazione mai assopita.
Quando entri in un locale storico che appartiene alla stessa famiglia da più generazioni, l’aria è più densa, le sedie sono più pesanti e i bicchieri sono più capienti.
Sei arrivato fin qua per un motivo. Difficilmente si arriva qua per caso.
Forse hai già letto queste pagine. Forse conosci la loro storia, ma sarebbe bello sedersi e farsela raccontare a viva voce mentre bevi un bicchiere di vino e affondi la forchetta negli štruklji con ricotta e dragoncello (come insegna un’antica ricetta del Carso) o nel tradizionale baccalà della nonna Žuta accompagnato da polenta, acciughe e Parmigiano.
E se non puoi raggiungere San Michele del Carso, questo libro saprà saziarti quel tanto che basta per lasciarti un po’ di acquolina in bocca. E vorrai ascoltare ancora, assaggiare un altro pezzo di questa terra. Di queste vite. Di queste case che resistono in una landa che ha visto confini spostarsi più volte, che hanno imparato lingue mai dimenticate, che hanno guardato sempre lo stesso orizzonte, sempre la stessa alba, sempre lo stesso tramonto.
Siediti, leggi, ascolta. Il bicchiere è pieno, non sprecarne una goccia.

La locanda ai margini d’Europa

Il titolo ti accompagna a San Michele del Carso.
Sulla terza di copertina c’è una cartina con questo margine in evidenza. Ma lo ritrovi ben dipinto dentro ogni pagina. Nelle sfumature dei nomi. Nei profumi che arrivano dalla cucina. Nelle donne e negli uomini che entrano e che escono dalla locanda. Negli accenti delle lingue. Nei silenzi. Nel pane fresco. Nelle erbe selvatiche.
Sulla seconda di copertina c’è l’albero genealogico della famiglia Devetak, ti può aiutare, ma ti consiglio di non seguirlo e di perderti fra i meandri di quei rami. Perché poi sarà più piacevole fare ordine fra quei nomi. E ritrovare quei volti.

«Di solito, in questa osteria

chi è ospitale o rispettoso saluta in entrambe le lingue» ci ricorda l’autore.

E. M. Milič, La locanda ai margini d’Europa, Bottega Errante Edizioni, Udine, 2023.

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